Spesso nel descrivere sistemi tecnologici si usa tanto spazio per raccontarne la tecnica. e va bene, solo che se si parla di dispositivi montati su una motocicletta, niente ne spiega la bontà meglio di una prova. Proprio quel che è successo a noi con i dispositivi Bosch montati sulle KTMM Adventure 2016: la Casa arancione ci ha invitato a bergamo per illustrarci le ultime chicche tecnologiche, ma soprattutto per farcele provare in sella, su asfalto e sterrato. Non ce lo siamo fatto ripetere due volte!
Nel mondo delle due ruote i sistemi ABS si trovano già da tempo su tutte le cilindrate e funzionano ad alti livelli. Tuttavia Bosch, in collaborazione con KTM, è riuscita a essere la prima azienda nel mondo ad effettuare il passo successivo nell’evoluzione dei sistemi antibloccaggio. Il sistema MSC (Motorcycle Stability Control) garantisce infatti la sicurezza durante ogni manovra e rappresenta la combinazione tra il sistema di regolazione della frenata e la regolazione della dinamica di marcia grazie al controllo di trazione e di stabilità. I sistemi MSC – Enhanced e Base – equipaggiano dal 2014 i modelli Adventure ma già dal 2013 era possibile installare sulla propria moto le novità proposte da Bosch. Oggi la gamma Adventure, laddove è previsto il sistema MSC, è equipaggiata con l’Enhanced, che permette di abbinare il comportamento del posteriore con quello dell’anteriore durante la frenata, dato che i vecchi sistemi di controllo erano indipendenti (MSC Base). Il sistema Bosch permette oggi anche il pieno controllo della moto quando è inclinata. Di seguito trovate le tecnologie installate sugli ultimi modelli che abbiamo provato, spiegate poi nel dettaglio.
L’MSC registra, tramite il sistema completo di sensori della piattaforma inerziale, la dinamica di marcia. Un sensore dell’angolo di inclinazione rileva l’accelerazione orizzontale, trasversale, verticale, il rapporto di rollio e l’imbardata, calcolando più di 100 volte al secondo l’inclinazione e l’angolo di beccheggio. In parole povere la moto, attraverso il suo baricentro, viene attraversata da molteplici assi immaginari e su questi assi ogni movimento viene rilevato con precisione. La centralina motore al contempo fornisce i dati sulla coppia erogata e viene calcolata, intrecciando i dati, la pressione di frenatura necessaria in ogni situazione. Inoltre i sensori anteriori e posteriori rilevano la velocità di rotazione delle ruote e le bilanciano dopo aver riconosciuto lo slittamento che si crea durante il moto. In questo modo la centralina di controllo trae le conclusioni sul livello di aderenza intervenendo, qualora sia scarso, per garantire la sicurezza del pilota. In aggiunta quattro sensori di pressione sono inseriti nel sistema di frenata, due per circuito, rispettivamente sul lato della pompa manuale e sul lato della pinza del freno, questo perché con il modulatore ABS disposto fra queste la pressione può calare in modo differente se le valvole vengono chiuse.
In base ai dati forniti da tutti i sensori, alle informazioni della centralina motore, nonché ai parametri quali la dimensione e la forma degli pneumatici, una centralina elettronica e un software determinano in modo intelligente un limite fisico del valore di aderenza. Se il sistema calcola che la moto si trova a rischio di bloccare una ruota o di effettuare uno slittamento “fuori parametro” viene attivato il modulatore di pressione dell’ABS che interviene e corregge tenendo conto della situazione di marcia. L’ABS riduce la pressione di frenatura nell’arco di una frazione di secondo e la rimodula in modo che durante la frenata, su ogni ruota, venga applicata la pressione necessaria per impedire che le ruote si blocchino. Una caratteristica dell’MSC è che all’aumentare dell’inclinazione della moto viene consentito un minore slittamento. In tal modo il sistema non riduce la pressione di frenatura sulle ruote più di quanto non consentano le condizioni di guida in un preciso momento. In contemporanea il pilota ha a disposizione il massimo dell’aderenza effettivamente disponibile. Non solo, il sistema MSC contempla anche la limitazione dell’impennata e il riconoscimento del sollevamento della ruota posteriore nonché il controllo della trazione.
Ma cosa, durante la prova delle quattro Adventure, ha colpito di più? Senza dubbio si tratta della possibilità di evitare che la moto si raddrizzi in modo consistente non appena viene toccata la leva del freno anteriore in percorrenza di curva. Il sistema MSC riduce infatti il momento di raddrizzamento in caso di frenata a moto inclinata e permette di muoversi in sicurezza anche sui terreni più insidiosi o sconnessi. Il raddrizzamento involontario, soprattutto in caso di emergenza dove spesso la frenata non è sotto il totale controllo del pilota, fa aumentare il raggio di curvatura e l’uscita di traiettoria della moto. In queste situazioni il sistema eCBS (Electronic Combined Brake System) crea la miglior distribuzione possibile della forza di frenata tra le ruote, stabilizzando la moto in piega. Il sistema eCBS garantisce la miglior forza frenante disponibile, assicurando alte prestazione in curva ed evitando il sollevamento della ruota posteriore in caso di frenata brusca. Naturalmente nessun sistema può superare i limiti fisici della moto e il buon senso di chi è in sella. Tuttavia grazie ai sistemi elettronici di cui sono dotate le ultime KTM Adventure la probabilità di superare una situazione critica senza alcun danno è maggiore di quanto sia stata in precedenza; basti pensare che il 60% circa degli incidenti avviene in curva, limitarli significa ridurre consistentemente il rischio di caduta. Tuttavia i piloti più esperti possono, attraverso la Dongle Key (un optional acquistabile al costo di 80 euro, non omologato per l’utilizzo su strada), disattivare ogni controllo presente sulla moto.
Fra gli aiuti concreti, disponibile solo sulla 1290 Super Adventure, troviamo anche il Motor Slip Regulation, il sistema che riduce la tendenza della moto a perdere aderenza a causa della coppia di trascinamento del motore attraverso una lieve richiesta di coppia al propulsore per ridurre il freno motore. A controllare la coppia del motore interviene anche il sistema di riduzione del rischio di impennata, impedendo alla ruota anteriore di sollevarsi in maniera incontrollata e assicurare allo stesso tempo la massima aderenza possibile.
Il VHC rappresenta un’ulteriore perfezionamento della funzione di controllo di tenuta su strade in pendenza. Si tratta di un sistema che permette alla moto di restare ferma senza dover necessariamente tenere i freni in pressione. Per attivare la funzione a moto ferma basta frenare e l’ABS memorizza la pressione del freno necessaria per poi applicarla immediatamente alla ruota posteriore mantenendo ferma la moto per un tempo limitato. Una volta esauriti i 5 secondi circa disponibili la centralina avvisa il motociclista prima del disinserimento automatico del freno, che in questo caso avviene lentamente in modo da non far sfuggire mai il controllo della moto a chi si trova in sella. Naturalmente, accelerando, il sistema si disattiva automaticamente. La funzione Vehicle Hold Control opera sulla base dell’ABS Enhanced di Bosch.
La gamma Adventure è oggi composta da quattro modelli, ognuno con la propria vocazione. All’interno della gamma gli amanti dell’Off-road sono spesso attirati dalla 1190 Adventure R, la più sportiva della famiglia nonché la più adatta al fuoristrada. Anche sui terreni accidentati, dove spesso i sistemi ABS hanno evidenziato i loro limiti, Bosch e KTM hanno saputo studiare delle soluzioni dedicate alla sicurezza in sella. Su sabbia o fondi sconnessi, un sistema concepito per le strade asfaltate perde la sua efficacia; per ovviare a questo problema gli esperti Bosch hanno sviluppato uno speciale controllo off-road, ideato per essere integrato nella versione Enhanced del sistema ABS Bosch di ultima generazione. In tal senso le soglie di slittamento sono state riviste, così come sono stati regolati gli altri parametri in modo da fornire ai piloti le massime prestazioni di frenata anche sui terreni accidentati. Cosa accade in pratica? L’ABS entra in funzione più tardi, consentendo un maggiore slittamento tra gli pneumatici e la superficie del terreno rispetto a un ABS concepito per l’uso stradale (il doppio delle rotazioni alla ruota posteriore). Questo permette, a chi volesse utilizzare la propria KTM Adventure in fuoristrada, di non dover scendere a compromessi per quanto riguarda la sicurezza, mantenendo allo stesso tempo alta l’efficacia.
Parlando con i tecnici Bosch e KTM ciò che da subito è stato chiaro è l’impegno nel continuare a cercare soluzioni innovative, non solo per aumentare la sicurezza durante la marcia, ma per portare nuove tecnologie al servizio del motociclista. Molto spesso ciò che approda sulle due ruote è già stato visto nel mondo delle automobili e anche in questo caso lo sviluppo recente nel campo delle quattroruote può fornire importanti indicazioni su quello che si vedrà, ben presto, sulle nuove moto. La sfida per il futuro riguarda ad esempio la possibilità di avere una moto “intelligente”, capace di comunicare tutti i parametri di marcia e navigazione al pilota. Non solo, sarà possibile in futuro conoscere tutte le informazioni sulla strada da percorrere, inclusi eventuali lavori in corso. In futuro aumenterà la comunicazione fra il veicolo e l’utente che saprà in ogni momento quanto piega, come piega, con che velocità scende in curva, quanto accelera o decelera. Più che per la possibilità di conoscere concretamente tutti questi parametri la cosa fondamentale riguarda la possibilità della moto di tararsi automaticamente sullo stile di guida di chi è in sella. Il motociclista del futuro, agli occhi di Bosch e KTM, potrà viaggiare su una moto su misura, capace di adattarsi in tempo reale alla molteplicità di fattori che intervengono durante il viaggio.